Presidente
Maria Milici
Capo Dipartimento Salute e Benessere Patrizia CONTE
Interviene la Presidente MARIA DOMENICA MIRANDI: L’Italia crolla su se stessa, si contano i fallimenti aziendali, la perdita del lavoro, le dif¬ficoltà economiche sono sempre più grandi e le tragedie si susseguono giorno dopo giorno.Nel nostro Paese, negli ultimi tempi, c’è uno scenario sempre più inquietante. La crisi, per noi che la viviamo giorno per giorno, è innanzitutto un fattore d’indebolimento personale che ci rende vulnerabili e a volte persino vili. Siamo costretti ad equilibrismi di tutti i tipi per non essere disarcionati, per restare aggrappati al poco che ancora non ci è stato tolto. Difendere la propria dignità è diventato un lusso, un rischio, un privilegio.Le ricerche concordano, che accanto alla persistenza di sacche di povertà da tempo conosciute e che nel tempo tendono a riprodursi, da alcuni anni si registrano situazioni di impoverimento che presentano tratti del tutto inediti rispetto al passato. Con riferimento a questa seconda figura della povertà è, in particolare, il processo di destabilizzazione degli stabili che caratterizza queste situazioni: biografie che hanno conosciuto un pieno inserimento sociale e una piena integrazione lavorativa che oggi si trovano a confrontarsi con l’incertezza di una condizione che li espone al rischio di un impoverimento più o meno estremo. E’ la classe intermedia a non farcela più. Conseguenze della “nuova” povertà sono : Il silenzio e il ripiegamento nel privato che sempre più frequentemente si osservano. La povertà viene vissuta come una "questione privata", estranea alla sfera pubblica. Riportare al centro della sfera pubblica queste condizioni di deprivazione è la sfida a cui siamo tutti chiamati.Le persone che si trovano in condizione di povertà faticano a soddisfare i bisogni primari. Ciò incide sulla loro possibilità di accedere a beni di ordine superiore come quelli culturali e anche affettivi.In particolare, dove la situazione familiare è già fragile l'ulteriore problema economico può far saltare la convivenza. La negazione di queste possibilità incide pesantemente sul futuro dei più giovani.
Interviene il Presidente RAFFAELE REGA: I servizi pubblici sono in crisi e non riescono a fare fronte a quest'emergenza. Hanno una carenza sempre maggiore di risorse, mentre al contrario la domanda continua ad aumentare.In una situazione così complessa e difficile, è importante proporre un'alternativa per una società aperta e libera, costruendo sedi di confronto in funzione di una innovazione programmatica.
Conclude la Presidente MARIA DOMENICA MIRANDI: In questo contesto nazionale nasce a Bari il Cad con lo scopo di riportare al centro della vita le persone e la comunità come fondamento della nostra società. Questi primi momenti sono essenziali per garantire sufficientemente tutti coloro che versano in condizioni di difficoltà e accedere alle informazioni necessarie per cercare di costruire un progetto di vita dignitoso.
Il Cad di Bari vuole organizzare per l’intera collettività una rete solidale che dà voce alla moltitudine di cittadini esasperati, privati dei diritti fondamentali, inascoltati e isolati senza più speranza perché mai messi nella condizione di esprimersi per essere ascoltati, per creare un progetto di crescita che metta al centro le capacità delle persone, di tutte le persone nessuno escluso, il loro sviluppo e la loro effettiva possibilità di essere.
Lavorare su un nuovo concetto di crescita alla base di un modello di sviluppo che metta al centro il miglioramento effettivo del ben-essere, considerando le persone come la ricchezza principale di un paese e metterle in condizione di evitare il rischio di scivolare in spirali negative che portano a una condizione di svantaggio corrosivo.
Gli interventi saranno mirati a tutti i settori di interesse comune: sanità, giustizia, fisco, pensioni, condomini, istruzioni e problemi amministrativi.
Noi da Bari …….. CI SIAMO