Provincia di Arezzo


 

 

 

Presidente Provincia di Arezzo                         Dr. Paolo Tuccitto

 

 

 

 


AREZZO: CONTINUA L’ESPANSIONE DEL CAD IN TOSCANA. PAOLO TUCCITTO E’ IL NEO PRESIDENTE

Il Presidente Nazionale Gerardo ROSA SALSANO ha incontrato ad Arezzo il Neo Presidente “Paolo Tuccitto”, consulente internazionale di importanti gruppi industriali italiani ed esteri.

 

Interviene il Neo Presidente TUCCITTO: Secondo gli ultimi dati provinciali disponibili, uniti ad alcuni indicatori indiretti, durante questa lunga crisi la disoccupazione è aumentata di più ad Arezzo che non nel resto del Paese. Oggi, però, la nostra necessità è quella di stabilire un nuovo rapporto con i cittadini che non deve più essere squisitamente burocratico, ma decisamente improntato al dinamismo. La persona, il cittadino, il disoccupato, deve sapere di poter contare sulla professionalità a sua disposizione e su persone che sono in grado di aiutarlo nella ricerca attiva di un lavoro o di un’aiuto morale. Chi è in grado di attivarsi in maniera autonoma e ha già individuato un proprio percorso formativo/lavorativo è al passo con la nuova mentalità. Chi invece incontra difficoltà a muoversi nel mercato del lavoro e sociale deve contare sui nostri servizi per innescare un percorso di ricerca attiva.L’idea CADDIANA che ho condiviso con Scarfini e Salsano, è quella di formare un pool di persone che possano essere in grado di formulare idee innovative per individuare vie d’accesso al mercato del lavoro e di riorganizzazione sociale. Il distretto aretino è conosciuto nel panorama nazionale per la lavorazione dei metalli preziosi. All’inizio degli anni ’90 la posizione dell’industria aretina era molto solida nel panorama internazionale. La dipendenza dal mercato interno si fermava infatti al 31,5% del quantitativo prodotto, il resto nei mercati internazionali. Con il passare degli anni però, la domanda dei paesi sviluppati ha infatti seguito un andamento disomogeneo, che ha penalizzato fortemente molti paesi europei, l’ Italia su tutti. La domanda è invece cresciuta in modo significativo in paesi relativamente nuovi rispetto al panorama consolidato dei mercati: India, Emirati Arabi, Egitto, Pakistan, Brasile, Vietnam, Malesia.

Il risultato per il nostro Paese è stata la perdita della leadership mondiale dei quantitativi prodotti a

vantaggio dell'India e Medio Oriente, ulteriormente penalizzato sia dai dazi doganali, tra l’altro calcolati sul valore degli oggetti preziosi al lordo della materia prima, che ha avvantaggiato i concorrenti asiatici e dal continuo aumento del costo del lavoro ed un’insolita imposizione fiscale nella quale si è perduta la corretta imputazione delle spese sostenute costringendo la chiusura di molte centinaia di aziende in così poco tempo con termini di paragone con nessun altro Paese al Mondo. La produzione ha segnato un percorso stabilmente negativo anno dopo anno che non ha portato l’auspicata inversione di tendenza. Siamo davanti ad un fenomeno strutturale di cui non si intravedono con chiarezza sbocchi e soluzioni. E’ indispensabile che le nostre Istituzioni sollecitino in modo continuativo l’UE sulla problematica delle dazi doganali e delle altre barriere non tariffarie che ostacolano la commercializzazione dei prodotti italiani nei principali mercati di sbocco, avviando un attento e serio lavoro diplomatico per giungere alla rimozione delle discriminanti sul commercio dei prodotti orafi italiani. Infatti, si stima che i dazi e le barriere non tariffarie escludano l’accesso dei prodotti italiani ad una quota pari a quasi il 60% di potenziali consumatori. Occorre inoltre insistere in tutte le sedi sulla possibilità di applicare il dazio solo sulla lavorazione, scorporando quindi dal calcolo il valore della materia prima e rivedere l’intero sistema fiscale e di imposte con una corretta detrazione di tutte le spese effettivamente sostenute senza margini di detraibilità in percentuale. Correggendo il sistema attuale, anche le imposte elevate avrebbero un’incidenza percentualmente molto ridotta sui prodotti in metallo prezioso e la nostra produzione interna tornerebbe più competitiva con i Mercati Emergenti. Infine, in un’ottica di sempre maggiore qualificazione del territorio e distinzione delle imprese Nazionali rispetto a quelle localizzate nei Paesi Emergenti, la salvaguardia dell’ambiente diventa elemento strategico ed eticamente irrinunciabile. Sono auspicabili sostegni agli interventi generalizzati di riqualificazione ambientale del territorio che coinvolgano l’intero sistema produttivo e, allo stesso tempo, incentivazione di investimenti per le imprese sensibili al risparmio energetico e allo sviluppo eco compatibile. Tra le priorità del sistema quella di adottare iniziative rivolte a contenere i fenomeni di inquinamento ambientale anche attraverso l’ammodernamento dei processi produttivi e la sperimentazione di fonti di energia alternative, come la possibilità di ricavare energia da rifitui attraverso una gestione di azionariato diffuso e non di proprietà pubblica. L’azionariato diffuso permetterebbe il coinvolgimento dell’intera popolazione ed avrebbe come significato il maggior controllo del territorio ed una gestione con maggiori responsabilità.

Un caloroso grazie a Sandro e Gerardo che mi hanno fortemente voluto nella squadra.

 

Paolo Tuccitto